lunedì 6 giugno 2011

Capitolo 1: "una notte che faceva ombra al buio"



Una notte oscura come se ne vedevano molte negli ultimi tempi..
Una notte che faceva ombra al buio...
Camminavo a passi decisi,Pur non sapendo dove andavo ma con la ferma convinzione che non mi sarei fermato per nulla al mondo...Passi svelti alle volte insicuri,il sentiero era dissestato, grossi sassi si muovevano sotto i miei passi, rendendoli incerti...Sentivo l'odore del mare...mi stavo avvicinando all'oceano...E considerando che puntavo alle colline non era un gran bel segno...ma non mi importava...avrei trovato la retta via alla luce del sole, ora mi importava solo di trovare un posto per passare la notte...
Quando cammini da solo,nella notte se riesci a vincere quella che è la paura + istintiva di ogni creatura...la paura dello sconosciuto, del buio...se riesci a sopraffarla , camminare nel buio può essere una sensazione incredibile...perché ci sei solo tu, la tua mente si incanala, i tuoi sensi sono in tensione, ti pare di toccare l'aria, di vedere la tua anima superarti ed invitarti a parlare con lei...
Venivo da un passato non dei migliori,i demoni della monotonia si erano impossessati della mia vita...rendendola una linea dritta senza un perchè. Scappato da quella situazione cercavo quello che poi mi avrebbe accompagnato per il resto della mia esistenza...cercavo quello che ogni uomo dovrebbe cercare, se non trovare, cercavo me stesso,cercavo un senso, un senso a questa esistenza...Un senso a questa notte.
Un rumore violento e ripetitivo mi fa tornare alla realtà, sento un brivido che mi attraversa la schiena fino a farmi scuotere le spalle, il rumore era sempre più nitido, segno che si stava avvicinando, mi volto in cerca di qualcosa ma era troppo buio, intanto il suono si era allontanato..e avevo l'impressione di essere osservato...continuo a camminare, il sentiero sembrava più battuto, il verso di una civetta pochi metri a sinistra mi fa pensare che non ero l'unico a vagare in quella notte...mi sentivo quasi rassicurato dai suoi rumori, sembrava recitasse una poesia..vedo un alone di luce davanti a me, affretto la camminata fino a salire su un piccola collina, arrivato in cima mi si presenta alla vista una cittadina, poche luci sparute ma bastavano a farmi sognare un caldo letto comodo...
Arrivato alla città con passo più rilassato mi guardo intorno in cerca di un albergo, ne trovo subito uno a pochi passi dalla strada principale...dovevano essere le 4 della notte,le strade erano deserte..entro dalla porta in ottone e vetro del piccolo albergo a 3 stelle, mi accingo verso il banco della reception e suono il campanellino bronzato, dopo pochi secondi un uomo sulla trentina, occhi e capelli scuri, e un sorriso di circostanza stampato sulla sua faccia ancora intorpidita dal sonno,
"
Desidera signore?"
"vorrei una stanza singola"
"
si abbiamo la 301 libera"
"ok va bene, ecco un documento"
Sapevo già cosa stava per dire,la camera era al terzo piano,fu come una grande scoperta quando tempo fa scoprii appunto che le camere negli alberghi sono numerate a seconda dei piani,100 primo piano,200 secondo e cosi via...
"
Perfetto 3° piano buona notte e grazie"
Infatti...
Salgo sull'ascensore premo il tasto tre, le porte si chiudono..
Il tizio alla reception dev'essere uno dei proprietari è stato troppo gentile nel parlare con me, difficile fosse un dipendente..
01 eccola è la prima sulla destra appena uscito dall'ascensore,la porta è già aperta entro chiudo a chiave, accendo le luci,letto singolo con copriletto blu, comodino bianco con una piccola bajur sopra, armadio bianco alla mia destra, perfetto odio il blu e il bianco,alla mia sinistra c'era una porta sempre bianca con la maniglia rossa, immaginavo fosse il bagno.
La prima cosa che faccio è sdraiarmi sul letto e rilassarmi un pò, mi sfilo le scarpe e vado in bagno per farmi una doccia. Uscito dal bagno mi rimetto sul letto e accendo la televisione,un piccolo televisore grigio dalla forma arrotondata,erano le 4.44 di notte in televisione c'erano solo repliche del telegiornale e patetici seminudi con trecento numeri che contornavano lo schermo,meglio dormire,spengo la luce.
mi svegliala luce che entra dalla portafinestra,mi metto seduto sul letto fissando l'armadio...mi alzai, erano le 8 della mattina,ero ancora molto intorpidito,ma già la mia mente viaggiava in un universo di pensieri,pensieri terreni e materiali,pensieri teorici e filosofici,un caos ordinato ricominciava a riempire la mia essenza...Mi rimetto le scarpe e vado sul piccolo balcone della mia stanza, vista condominio,bello , sentivo il rumore del traffico e vedevo le tapparelle del palazzo di fronte che si aprivano..tutti, come formiche operaie si svegliano,tutti questi universi che riprendono a vivere e ad essere vissuti, ognuno di questi con in testa mille pensieri, il lavoro, la famiglia, lo studio...schiavi di ciò che abbiamo creato noi, obbligati a combattere peggio di animali per poter vivere dignitosamente...e penso che tutto ciò è stato creato da noi, nessuna imposizione di base, ma la certezza che se non ti alzi a fine mese sarà più dura di quanto lo sia ora...
mi do una rinfrescata chiudo la porta e salgo in ascensore,era ora di muoversi una lunga giornata mi attendeva bramosa di spremere la mia mente e le mie energie...Mi preparo per scendere nella realtà,come un combattente di mille crociate,come un samurai dalle mille battaglie,vesto la mia armatura con maestria ed indosso la mia maschera,l'armatura più forte,quella che non mi fa impazzire.
“Buongiorno!”
Buongiorno...Non ho mai capito se è un'affermazione o un augurio,buon giorno? E cosa ti fa pensare che possa essere un buon giorno maledetto essere umano? E' forse cessata la sofferenza del mondo? Si è forse estinto l'odio invece delle centinaia di specie animali e vegetali che lo fanno ogni giorno? Come può essere un buon giorno per me se c'è cosi tanto male attorno?
“Buongiorno a lei”
La maschera che indossavo ha fatto il suo dovere...
“Passato una buona nottata?”
“si grazie”
“se vuole far colazione il buffet è nella stanza alle sue spalle”
“ok ”
Come un lampo mi viene in mente la radice della particella “ok”,durante la guerra di secessione quando le truppe tornavano al campo se non c'erano state morti in battaglia scrivevano su di un cartello la scritta “0 Killed” da qui l'abbreviazione “ok”.
Mi avvicino ad un tavolino libero,incrocio brevemente lo sguardo di un uomo sulla sessantina che mangia avidamente un croissant alla crema,e ancora un altro sguardo o almeno credo, di una giovane coppia che sorseggia il caffè,occhiali di marca a mo di maschera per saldatore coprono per metà il viso,se c'è una cosa più fastidiosa di uno sguardo fisso su di te sono gli sguardi celati dietro a degli occhiali da sole,puoi intuire cosa stia guardando ma non lo saprai mai,è come per la maschera che porto,puoi intuire cosa penso e chi sono, ma non lo saprai mai,il mio universo sarà per sempre il mio che io lo voglia o meno.
 Il buffet era una distesa di confezioni,confezioni da 30g di Nutella, di marmellate,succo di frutta...Strano come una crema di cioccolato e nocciole è universalmente conosciuta con in nome “Nutella”,incredibile come le parole condizionano la nostra esistenza,spesso non ce ne rendiamo nemmeno conto,ma addirittura i nostri pensieri sono espressi in parole, pensiamo parlando con noi stessi,le parole sono parte intrinseca della nostra essenza,ed ho quasi il dubbio che non siamo stati noi a crearle,è più facile che queste fossero già  parte del nostro essere e che si siano solamente evolute e plasmate con il tempo.
Finisco la mia colazione e mi accingo a lasciare l'hotel,ovviamente dopo aver pagato.
La città che la notte scorsa mi aveva accolto nelle sue quiete braccia è ora diventata un caos infernale,macchine ovunque,odori acri di gas di scarico che si liberano nell'aria come nuvole bastarde che inquinano il mondo,cammino per strada con il mio zaino in spalla sentendomi addosso una specie di tensione nervosa,ho come l'impressione che presto quell'inferno che mi sto lasciando alle spalle possa concretizzarsi in una bestia mitologica a 6 teste che imprecando si ciba della mia mente lasciandomi come un guscio pieno di smog. Passo dopo passo le case sono sempre più isolate,e gli alberi sempre più frequenti,presto mi ritrovo a camminare su di un sentiero boschivo,le ragnatele sulla mia faccia,la rugiada che cade dagli alberi,le foglie sotto di me,eccomi a casa,mentre cammino penso che sarebbe molto meglio pernottare in tenda piuttosto che andare in albergo,l'unico problema è che la mia tenda si era squarciata 3 giorni prima dopo che un'auto che sfrecciava accanto a me urtò con lo specchietto il mio zaino strappandolo dalle mie spalle e facendolo strisciare per diversi metri sull'asfalto drenante...Ero ormai a 5 ore di cammino dalla cittadina in cui avevo passato la notte, e speravo di trovare un posto per poter acquistare una fottuta tenda,dormire in sacco a pelo sotto le stelle in primavera non è un'esperienza da ripetere credetemi. Erano oramai le 15 passate quando,mentre camminavo su di una piccola strada statale leggo il cartello che mi indica la vicinanza ad un piccolo centro abitato,mi accingo allora a seguire la direzione indicata per raggiungerne il centro,appena entrato nel paese noto subito un piccolo supermercato sulla destra,speravo di trovare dell'attrezzatura da campeggio e le mie aspettative furono esaudite,un inaspettato assortimento si parava davanti a me,presi una tenda a due posti e con una certa soddisfazione ripresi il mio cammino. Mentre camminavo incontrai molta gente,e tutte le volte mi rendevo sempre più conto di come ognuno è assorto nei propri pensieri e nelle proprie preoccupazioni,di come ognuno è una cosa a se,è come per il dolore,se una persona accanto a me si frattura una gamba,io non sento il suo dolore,eppure per lui è qualcosa di assolutamente acuto,mentre per me non è assolutamente niente di fisico,come posso allora solo sognare di poter condividere davvero me stesso? Se nemmeno fisicamente è possibile farlo appieno? Come posso pretendere che qualcuno possa condividere i miei sogni o i miei pensieri...Il sole cominciava a farsi tiepido e si apprestava,come ogni giorno,a scomparire dietro all'orizzonte,cercai allora un posto per passare la notte,ne trovai uno a metà di una collinetta boschiva,piazzai la tenda,mangiai uno spuntino e chiusi la zanzariera,mi misi allora a gambe incrociate a fissare il sole che filtrava rosso tra gli alberi verdi,piano piano sparì, cosi come i canti allegri degli uccelli attorno a me,tutti si preparavano per la notte,mi accorsi allora di come tutto ha due lati,il sole rosso con gli alberi verdi,il giorno e la notte,l'essere sveglio e l'essere sognante,il fuoco e l'acqua,il fuoco? Mi accorsi che il fornelletto a gas che avevo appoggiato all'esterno della tenda era caduto appoggiandosi alla tenda e sciogliendone una parte che prese quasi subito fuoco,riuscii a spegnere velocemente il principio di incendio,ma ora nella tenda c'era un grazioso foro di circa 10 cm di diametro sul fondo,dissi le mie preghiere,come sempre faccio in caso di mancata fortuna,(non credo nella sfortuna),e mi misi nel sacco a pelo chiudendolo,dopo pochi minuti mi addormentai cullato dai suoni della notte.